Massimo Curone, castelnovese di famiglia da generazioni si affaccia alla vita nel 18 marzo del lontano 77percorsi gli studi dell’obbligo, intraprende studi, durati dal 98 al 2001, come disegnatore e modellista di gioielli presso la scuola "Cellini" di Valenza" ove negli anni consegue l’attestato come maestro d’arte. Negli anni a seguire sviluppa sostenute conoscenze nel campo del modellismo artistico di preziosi. Sminuito del settore commerciale e ritenuti troppo azzardati per lo smisurato impiego d’impegno rendendo i pezzi opere d’arte nel vero senso della parola decidono di trasmigrare questa sua passione per il disegno in rappresentazioni visive. L’attimo del distacco dal disegno orafo che segna il passaggio decisivo avvenuto nel 2002 si rende concreto con una linea di quadri dediti al percorso dello stesso cambiamento, in altre parole l’artista sfoga la voglia di mostrare le proprie capacità orafe non di serie commerciale ma come ricerca dell’opera da indossare, da portare con sé che sarà poi denominata da Curone “Le fil rouge”. In seguito l’artista punta il dito alla ricerca della bellezza femminea con tutti i suoi lati (Bellezza statuaria, Perversa inclinazione). Nell’estate del 2003 durante una passeggiata notturna l’artista è colto da ispirazione vedendo innanzi ai suoi occhi la tristezza della povertà in mezzo all’apatia del benestante, raccoglie il ricordo della scena e subito dipinge Innocente disagio. La scena lo provoca a tal punto di perseguire il tema della sofferenza, facendone riflessioni personali ove al pulpito dipinge I prigionieri delle tenebre. Già attraversate diverse stagioni, la pittura di Massimo Curone, giovane emergente dell’ultima generazione castelnovese, si fa sentire con manifestate esposizioni nel paese. Con La bilancia della vita lo riporta allo studio femmineo, da questo momento il pittore prende una decisiva identificazione nella remota idea del Fil rouge. Interpreta le immagini dando vita così a realtà sovrapposte esplicate visivamente nei suoi quadri.